Cosa aspetta l’Inter dopo il Titolo: problemi finanziari?
In un freddo e piovoso lunedì sera di aprile l’Inter vince il suo ventesimo scudetto. La città di Milano conta oggi 39 scudetti, con l’Inter in testa nell’eterna rivalità con i rossoneri. Alcuni milanisti però credono che ieri i “cugini” li abbiano solo raggiunti, e non li abbiano superati: del resto lo scudetto 2006 è andato all’Inter non sul campo, ma per squalifica della Juventus. Da qui il nome “di cartone” di questo titolo, che continua a ironizzare su tutti tranne che sulla stessa Inter.
Nel corso dei 116 anni di esistenza del club, Simone Inzaghi, è diventato il 14esimo allenatore campione. Ufficialmente il titolo è stato ricevuto ieri e con particolare cinismo per la vittoria sui “cugini”, ma in realtà “l’Inter” ha tolto ogni dubbio già a marzo, come aveva ammesso lo stesso Simone. Per lui si tratta del primo scudetto in carriera e del sesto titolo all’Inter in tre anni. Non dimentichiamoci della degna finale di Champions League! Filippo Inzaghi, che è diventato campione del mondo e ha vinto la Champions League da giocatore, non può che invidiare la carriera da allenatore del fratello minore: lui stesso ha allenato la Salernitana in questa stagione, che è retrocessa in Serie B. E in generale, il valore di allenatore di Filippo non è, e non può essere paragonato ai risultati di Simone, che si è messo in evidenza già alla Lazio.
Ma la prossima stagione Simone Inzaghi può raggiungere o addirittura superare il numero di titoli del leggendario Ellenio Herrera, così come del fortunato Roberto Mancini, arrivato all’Inter in un momento incredibilmente fortunato per il club. Il record del club è di 7 titoli e Simone ne ha già sei. Sì, a livello di qualità le vittorie di Herrera e Mancini sono sicuramente più significative di quelle che ha oggi Inzaghi. A quanto pare, la società e allenatore continueranno a lavorare insieme e sicuramente l’Inter ha ancora potenziale per vincere ulteriori titoli.
Una storia dal retrogusto amaro, come quella del Napoli, o di devastazione dopo i trionfi di Josè Mourinho, l’Inter, credo, sia al riparo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, nonostante le prospettive finanziarie poco chiare del club e le voci sulla sua vendita, l’attuale gestione operativa funziona in modo molto chiaro ed efficace: ciò lascia il club al vertice e lo rende, in ogni caso, appetibile per potenziali nuovi investitori. Con tutti i suoi debiti, l’Inter giocherà la rinnovata e più ricca Champions League, e parteciperà anche al Mondiale per club 2025, per il quale riceverà grandi somme.
Non si può dire cosa accadrà all’Inter nella prossima stagione 2024/25, incredibilmente impegnativa e ricca di competizioni, ma le prospettive per il prossimo anno chiaramente non sono male. Resta Inzaghi, Barella e Lautaro Martinez sono in procinto di rinnovare i propri contratti, Calhanoglu vive la sua seconda giovinezza, e il furbo Mkhitaryan non hanno ancora detto l’ultima parola, Thuram può ancora crescere, Dimarco si è appena affermato come un vero Leader, e Bastoni, Darmian e Frattesi stanno rendendo monolitico il blocco italiano, al quale potrebbe servire molto anche a Luciano Spalletti in “Nazionale”. Aggiungete a tutto questo l’affidabile portiere Sommer, il formidabile difensore centrale Pavard, così come i nuovi arrivati estivi Taremi e Zielinski, e capirete che la squadra di Inzaghi è obbligata a lottare per il titolo anche la prossima stagione.
L’unico ostacolo potrebbe essere la mancanza di motivazione o l’evirazione morale e fisica. Simone Inzaghi non è Jose Mourinho o Antonio Conte, che si sono lasciati alle spalle un’Inter spremuta. Tutto ciò non toglie che i nerazzurri vogliano comunque regalare altre vittorie ai tifosi anche la prossima stagione.
Ebbene, proprio Inzaghi, per il quale lo scudetto in questa stagione è stato importante come l’aria e che ha più risentito la sconfitta in Champions League contro l’Atlético, dovrà dimostrare ulteriormente il suo valore, “finalmente riconosciuto da tutti intorno a lui. .” Per Simone fermarsi è controindicato: deve battere il ferro finché è caldo.
