la Juventus scarica Motta senza pietà !!
Da Torino è arrivato un forte “addio”: Thiago Motta ha lasciato la Juventus. Trattative dietro le quinte, parole dure del direttore sportivo e dimissioni scandalose. Ma dimmi sinceramente, la Juve può sorprenderci con qualcosa di ordinario di questi tempi?
Sono decollati e poi sono caduti
Motta è arrivato alla Juventus con la fama di astro nascente: un maestro di idee brillanti, l’autore dello sfortunato schema 2-7-2 e l’uomo che ha convinto il noioso Bologna a mostrare all’Europa come attaccare senza pretese. Sì, il Bologna ha disputato la sua migliore stagione da un decennio a questa parte ed è persino riuscito a entrare in Champions League. Ma Torino è un campionato completamente diverso, dove i contratti non vengono firmati per il gusto di sperimentare, ma per vincere titoli. E preferibilmente in tempi brevi e senza false partenze.
All’inizio tutto sembrava filare liscio: la Juve era tranquillamente aggrappata ai punti, raccogliendo una serie di partite positive senza sconfitte. Thiago si stava ambientando nella sua nuova vita, padroneggiava il timido rimpasto, guardava la voluminosa lista dei trasferimenti. Il suo entourage sussurrava pazientemente: “Giovane, promettente, ambizioso, dategli tempo”. Ma nei top club il tempo è una risorsa che non è disponibile. Non appena Motta ha inciampato, le certezze sono immediatamente cadute: fallimento in Champions League, eliminazione dalla Coppa Italia, e una serie di dolorose sconfitte in Serie A.
E allo stesso tempo regna il panico tra i dirigenti, che si agitano con la calcolatrice e calcolano nervosamente se la Juventus accederà alla prossima Champions League o se la perderà.
Il giorno in cui la pazienza è finita
Marzo è stato un punto di svolta. Due sconfitte di fila: 0:4 dall’Atalanta e 0:3 dalla Fiorentina. Della fama di “macchina da gol” è rimasto solo il colore statutario delle divise. Ma l’atmosfera era così satura di delusione che si mormorava da tempo l’esonero dell’allenatore. Presto è scoppiato anche uno scandalo: secondo gli addetti ai lavori italiani, il direttore sportivo ha fatto una telefonata a Motta, dicendogli qualcosa del tipo: “Mi vergogno di averti invitato qui”. Considerando l’asprezza della squadra torinese, un passaggio del genere suona banale e selvaggio allo stesso tempo. Ma chi si occupa di calcio da più di un anno non si stupisce più di niente.

Penalità Juventus
La cosa più assurda è che la Juventus dovrà pagare la bellezza di milioni di euro di risarcimento. Secondo alcune fonti, la cifra oscilla tra i 15 e i 20 milioni. Sembrerebbe che, se il club dovesse comunque apportare dei cambiamenti in estate, perché affrettarsi a licenziare due mesi prima della fine della stagione e incorrere in una sanzione colossale? C’è una sola spiegazione logica: la paura di perdere un posto nella competizione più importante, e non poter partecipare nella prossima Coppa dei Campioni. La Vecchia Signora perderebbe molti profitti e introiti nel non giocare la competizione, e il fallimento finanziario è molto più grave della buonuscita da pagare per l’allenatore licenziato.
È curioso che all’inizio della stagione Motta sarebbe stato fischiato se all’improvviso avesse detto: “Potrei essere esonerato da un momento all’altro”. Dopotutto, quando Thiago è stato assunto in estate per sostituire lo staff precedente, tutti parlavano di aver fatto una scelta giusta, prendendo un giovane con molte qualità: hanno detto anche che avrebbe cambiato radicalmente la formazione della squadra. Ma alla fine il progetto non è durato nemmeno un anno. Ha lasciato un residuo: tutti questi discorsi sull’“orizzonte a lungo termine” sembrano essere solo un paravento dietro il quale si nascondono freddi calcoli.
Mancini qui, Tedesco là, ma la scelta è caduta su Tudor
Per sostituire Motta è stato nominato Igor Tudor, ex difensore della Juventus con esperienza e noto in Italia per il duro lavoro con i suoi giocatori. Nessuna tenerezza: si dice che il croato sia in grado di dare una scossa alla squadra nel giro di un paio di mesi, visto che lui stesso ha trascorso molto tempo correndo in difesa, dove la disciplina ferrea è la chiave di tutto. I nomi di Mancini e Tedesco circolavano dietro le quinte, ma si è scoperto che entrambi non rientravano nel contesto per salvare la stagione della vecchia signora. E Tudor è “uno dei nostri”, e anche flessibile agli accordi a breve termine.
La dirigenza si aspetta da Igor un effetto immediato: è urgente riportare la Juventus in zona Champions League. Se riuscisse a portare la squadra tra le prime 4, probabilmente non diventerebbe un eroe, ma il suo contratto potrebbe essere prolungato. Altrimenti, la stampa italiana prevede che in estate assisteremo a un altro grande arrivo, che si tratti di Conte (che sta lottando per lo scudetto con il Napoli) o, per esempio, di Zidane, che è in anno sabbatico.
Un sogno ingannato, ovvero Perché l’esperimento è fallito
Molti sono rimasti sorpresi dal fatto che Motta, che in autunno aveva guidato la squadra alla pari di Milan e Inter, abbia improvvisamente lasciato il timone. Tuttavia, dopo Capodanno, le prestazioni della Juventus sono calate drasticamente e l’inizio della primavera si è trasformato in un disastro. Come affermano gli esperti, nella realtà odierna, i top club non amano molto gli “esperimenti a lungo termine”. E se un allenatore promettente fallisce, viene sostituito senza sentimentalismi, anche a costo di una buonuscita di un milione di dollari.
Lo stesso Thiago voleva giocare in modo bello e libero, combinando pressing e controllo palla. La squadra ci è riuscito a singhiozzo, mentre i migliori della Serie A, sull’onda di schemi e giocatori consolidati, sfornavano vittorie. E la Juve o era in fiamme o stava crollando, dando ai giornalisti un motivo in più per essere sarcastici.
