San Siro sarà demolito: lo stadio scomparirà nel 2027
In Italia sanno come dire addio. Teatralmente, con pathos, con un tremito nella voce. Ma quello che sta succedendo a San Siro sembra più una rappresaglia che un addio. Questo gigante secolare, il tempio del calcio, l’arena dove Ronaldo ha ruggito e Maldini ha pianto, dove le finali di Champions League hanno riscritto la storia, verrà demolito. La decisione è presa: 24 favorevoli, 20 contrari, riporta La Gazzetta dello Sport. E se pensate che si tratti di “solo affari”, vi sbagliate. Questa è una guerra per il futuro del Milan e dell’Inter.
L’accordo è quasi cinico: 197 milioni di euro per uno stadio che è costato all’Italia dolore e decenni di ricordi. Il Comune ha scontato il prezzo di 22 milioni di euro, come se si trattasse di un’auto usata anziché di un simbolo culturale. Con questi soldi, Milan e Inter otterranno finalmente il pieno controllo per demolire l’arena e costruire un nuovo tempio, sterile e ultramoderno. I lavori inizieranno nel 2027 e saranno completati entro il 2031. E sì, il 90% del vecchio stadio verrà smantellato, lasciando solo un simbolico “osso commemorativo”.
Le argomentazioni dei club sono chiare. San Siro è obsoleto. L’ultima ristrutturazione importante risale al 1984. Da allora, tutto è stato fatto in modo superficiale. Rispetto agli stadi di Monaco o al Bernabéu, sembra un dinosauro. Milan e Inter non vogliono essere inquilini, pagando per sempre il Comune e implorando ristrutturazioni. Vogliono una casa tutta loro.
Una casa tutta loro. Sono comprensibili. Quando la UEFA nega a Milano la finale di Champions League del 2027, citando l’incertezza che circondava San Siro, è stato uno schiaffo in faccia. La finale tolta a Milano è stata trasferita a Madrid. Per la città, è stata un forte segnale: il mondo non aspetta che l’Italia risolva le sue controversie ereditarie. Il mondo sta andando avanti.
Ma c’è anche un altro lato della medaglia. Attivisti e alcuni politici chiedono che lo stadio venga riconosciuto come patrimonio culturale. Alessandro Sorte, coordinatore di Forza Italia! in Lombardia, ha dichiarato:
“Non voteremo né a favore né contro, perché significherebbe condannare Milano e i milanesi.”
La frase è bella, ma è vuota. Perché il Milan e l’Inter oggi non pensano alla cultura, ma ai soldi e ai tornei.
Gli architetti Manica e Foster + Partners progetteranno un altro stadio futuristico da 72.000 posti. Prevedono di ospitare le partite degli Europei entro il 2032. È un’immagine bellissima: una nuova arena, elegante, confortevole, con aree commerciali e facciate rifinite. Lo chiameranno un “investimento nel futuro “. Ma chiunque sia mai stato a San Siro sa: non si può investire l’anima.
La storia è pragmatica. Nel 2026, l’arena inaugurerà le Olimpiadi in occasione del suo centenario. Milioni di spettatori vedranno il leggendario stadio in tutto il suo splendore. E qualche tempo dopo, la stessa arena verrà rasa al suolo. E no, non è una metafora: gli escavatori non lasceranno nulla dello stadio.
Cosa prova il tifoso? Un misto di rabbia e sconforto. Da un lato, sì, abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo, moderno e unico. Dall’altro, provate a spiegare a un bambino del “secondo livello” che la conca rossa che vede di persona presto scomparirà. Provate a dire a un tifoso dell’Inter che le scale che salivano per andare alle partite della sua squadra del cuore non esisteranno più.
Ecco perché tutto questo non sembra progresso, ma omicidio. Un omicidio con un movente prevedibile: denaro, potere, politica.
Ma siamo onesti. Niente salverà San Siro: né le petizioni, né i discorsi di gala. La città è troppo stanca delle spese. I club sono troppo stanchi degli affitti. I tifosi sono troppo stanchi di aspettare. Un nuovo stadio arriverà: l’unica domanda è quanti nervi e anni richiederà la sua costruzione.
